domenica 6 ottobre 2013

PDL, FINITA L’EPOCA DEL LEADER UNICO


La settimana che ci lasciamo alle spalle ha registrato un evento politico importantissimo: il governo Letta ha ricevuto un ampio consenso sulla fiducia posta al voto delle Camere inglobando il sì del Pdl e dello stesso Berlusconi.
Non è una notizia da poco.
Dopo settimane e settimane di tira e molla sulla vita dell’esecutivo il Silvio nazionale è stato costretto, dal suo stesso partito, a capitolare di fronte alla presa di posizione forte che Angelino Alfano ha voluto, sostenuto da una buona parte dei senatori e deputati azzurri, di continuità del governo in carica.
E’ la prima volta che quelli che sembravano solo yes-man si sono dissociati dalle decisioni del leader maximo e questo apre nuovi scenari nell’intera compagine politica del Paese.
D’altra parte la storia ci insegna che ogni cosa, specie nell’ambito del pubblico potere, ha un suo inizio ed una sua fine, generalmente un periodo di un ventennio.
Imperatori, re, dittatori, presidenti prima esaltati ed osannati debbono poi fare passi indietro perché avanzano altri.
Guardare attraverso il video lo svolgersi delle votazioni al Senato e la breve dichiarazione di voto del Pdl espressa da Berlusconi faceva una certa impressione. Osservando il volto dell’expresidente del Consiglio vi si leggeva uno psicodramma forte e autentico.
Chissà quante domande affollavano la sua mente, di certo avrà pensato di essere circondato da traditori da lui elevati nei massimi scranni dello Stato.
Scomposte le successive dichiarazioni di Zanda del Pd che affondava ancor di più il coltello nella piaga, in verità, senza neanche un po’ di stile. Ma si sa, quando si cade il coro di quelli che fino a ieri ti blandivano, grida crucifige crucifige.
Va riconosciuto che Berlusconi sia sotto tiro di varie Procure, specie quelle più politicizzate, che hanno avuto l’obiettivo di eliminarlo dalla scena politica italiana e sembra, almeno in parte, di esserci riuscito. Ma va altrettanto detto che non si possono anteporre gli interessi personali a quelli di circa sessanta milioni di italiani.
L’attuale governo non sarà il massimo auspicato ma il suo crollo avrebbe certamente influito in modo negativo sulla già disastrata situazione economica del nostro Paese.
Quanto accaduto in questi giorni può segnare una svolta nella vita politica italiana: sarà un bene? Speriamo.
Auguriamoci che, sia pure lentamente, si torni a parlare ma soprattutto a fare gli interessi dei rappresentati e che il leaderismo sfrenato abbia fatto il suo tempo. Di certo questi ultimo vent’anni non sono stati brillanti.
Di sicuro non credo che Silvio se ne starà buono buono.

Nessun commento:

Posta un commento