domenica 13 ottobre 2013

NAPOLI: FUGA DI CERVELLI E MAGLIA NERA PER VIVIBILITA’

Il Dito nell'occhio di Pietro Funaro

Due le notizie su Napoli questa settimana che colpiscono particolarmente, ed ampiamente diffuse dai mass media: il sondaggio della Commissione Ue che assegna al capoluogo partenopeo la maglia nera per la qualità della vita e la fuga dei talenti napoletani dalla città.
L’inchiesta europea è frutto di studi e di raccolta di opinioni di ben 41mila cittadini residenti in 79 città europee cui si sono aggiunte Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia.
La nostra città viene bocciata praticamente su tutta la linea: dall’istruzione, alla sicurezza, alla pulizia e, naturalmente, all’occupazione.
Napoli, insieme a Palermo, sono secondi solo ad Atene nella triste graduatoria stilata a conclusione del corposo rapporto reso nota dai commissari.
Intanto a migliaia i giovani laureati napoletani aspirano a lasciare Partenope e a trasferirsi in altre regioni se non addirittura all’estero con preferenza per l’Inghilterra e la Germania.
Talenti che, preparati dalle nostre Università, cercano un lavoro che la loro terra gli nega.
Del resto non c’è bisogno di studiare statistiche e parametri per sapere che la piaga della disoccupazione giovanile nel nostro Paese ha sforato quota 40 per cento. Ed in questa spaventosa cifra i laureati sono un esercito in attesa di poter entrare nel mondo del lavoro.
Ancor più drammatici sono i dati che riguardano il Mezzogiorno ed, ovviamente, la sua capitale.
A frotte i nostri giovani corrono ad iscriversi agli Atenei nella speranza di un futuro migliore, magari provenienti da famiglie che fanno sacrifici per affrontare le non poche spese per i corsi di studio, ma conseguito il titolo di ingegnere o dottore in questa o quella branca scientifica restano al palo in attesa di un lavoro che non arriva.
“Non c’e’ dignità senza lavoro” ha detto Papa Francesco nella sua recente visita in Sardegna.
Accanto a questo che è diventato un vero e proprio dramma si aggiunge l’invivibilità di una città che potrebbe cambiare il suo nome ed assumere quello di Emergentopoli.
Tutto a Napoli è emergenza: la qualità della vita, la criminalità, i rifiuti tossici che, in massima parte provenienti dal Nord, delinquenti senza scrupoli hanno sotterrato nelle terre dell’hinterland seminando morte e nuove miserie.
E c’è chi ha il coraggio di parlare di rinascita della città !
La responsabilità di tutto questo non può sicuramente essere attribuito ad uno o a pochi ma molti dovrebbero essere quelli che investiti di pubblici poteri comincino ad assumere piena coscienza che non c’è più tempo per le chiacchiere.

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