UN NUOVO UMANESIMO PER L'ITALIA
di Pietro Funaro
Napoli - Nei secoli XV e XVI in
Italia come negli altri Paesi dell'Europa occidentale, si assiste ad una sostanziale
rivalutazione dell'essere umano che, in totale contrasto con il pensiero medievale, viene
considerato il cardine dell'Universo.
Siamo in pieno Umanesimo e Rinascimento.
L'uomo, dunque, in quanto capace di
costruire da sé il proprio destino, di dominare la natura e di rendersi protagonista della storia senza
dover ricorrere necessariamente
all'intercessione divina.
Capitale dell'Umanesimo e del
Rinascimento fu l'Italia e, in particolar modo, la città di Firenze.
È da qui che la corrente
artistico-letteraria si diffuse in tutta la penisola e trovò particolare accoglienza nelle
corti, che iniziarono a prefigurarsi il luogo emblema del periodo umanistico-rinascimentale, attorno al
quale si riunivano artisti e letterati.
Da Leonardo a Michelangelo per l'arte, Machiavelli, Ariosto,
Petrarca e Boccaccio nel campo
letterario.
Fu un lungo periodo d'oro per il
nostro Paese di cui ancora godiamo le opere dei grandi artisti e letterati di quell'epoca.
E la nostra Italia di oggi?
Sarei impietoso se mi abbandonassi e
vedere tutto nero.
Ancora abbiamo grandi letterati, scienziati che hanno dato prova di se anche in questo terribile
momento di pandemia (parlo
ovviamente di scienziati seri non di nani e ballerine da show televisivi che un giorno affermano
una cosa ed il giorno dopo smentiscono se stessi), uomini e donne che si spendono per
gli altri senza nulla richiedere in cambio.
Ciò che invece manca, ed è sempre
più evidente, è una classe dirigente politica e non capace di salvaguardare il presente e costruire il
futuro.
L'Italia dopo i disastri
generati e conseguenti alla cosiddetta stagione di mani pulite (qualcuna però risultata
poi non linda) che falcidiarono una intera classe dirigente, è seguito il leaderismo
cioè partiti personali costruiti attorno ad uomini che forti di posizioni economiche
consolidate hanno mandato in parlamento, accanto a pochissimi capaci, i
propri barbieri, calzolai, subrettine e personali sollazzatrici di letto, subito dopo di
male in peggio.
Sulla scena politica i popolarismi ed i sovranismi che hanno riempito il
Parlamento di debuttanti allo sbaraglio elevando ai seggi ministeriali venditori di
bibite, disk jockey, animatori di villaggi turistici, donne da taverne e gente da basto da bastone e da galera come avrebbe detto il sommo
Dante.
Insomma siamo in pieno oscurantismo e l'Italia, culla
dell'Umanesimo e del Rinascimento, è lontana mille e mille
secoli dal quel periodo.
Dobbiamo rassegnarci?
Assolutamente no! Anzi dobbiamo ribellarci allo status
quo.
È il tempo della rinascita, è il tempo che gli italiani prendano coscienza
di aver bisogno di una classe dirigente che sia tale, capace di tirarci fuori
dall'abisso nel quale precipitiamo ogni giorno di più e che
programmi la ripresa e la ricostruzione avendo come punto di riferimento la persona
attorno cui riedificare ogni cosa.
L'umanità al centro intorno a cui far ruotare una società
liberale e democratica che fondi il futuro e lo stesso presente
sull'uomo e non sul bieco interesse di pochi a danno dei molti.
Una società libera non massificata, una società che abbia
un animo nobile che non abiuri al profitto ma non a danno e scapito dei più
deboli.
Una società che metta tutti, nessuno escluso, in condizione di migliorare e
di promuoversi ma che nel contempo premi la meritocrazia
senza far mancare ad ognuno il soddisfacimento dei beni
primari.
Dobbiamo insomma impegnarci per un Nuovo Umanesimo Rinascimentale!