giovedì 30 aprile 2020

UN NUOVO UMANESIMO PER L'ITALIA


UN NUOVO UMANESIMO PER L'ITALIA 
di Pietro Funaro


Napoli - Nei secoli XV e XVI in Italia come negli altri Paesi dell'Europa occidentale, si assiste ad una sostanziale rivalutazione dell'essere umano che, in totale contrasto con il pensiero medievale, viene considerato il cardine dell'Universo.
Siamo in pieno Umanesimo e Rinascimento.
L'uomo, dunque, in quanto capace di costruire da sé il proprio destino, di dominare la natura e di rendersi protagonista della storia senza dover ricorrere necessariamente all'intercessione divina.
Capitale dell'Umanesimo e del Rinascimento fu l'Italia e, in particolar modo, la città di Firenze. 
È da qui che la corrente artistico-letteraria si diffuse in tutta la penisola e trovò particolare accoglienza nelle corti, che iniziarono a prefigurarsi il luogo emblema del periodo umanistico-rinascimentale, attorno al quale si riunivano artisti e letterati. 
Da Leonardo a Michelangelo per l'arte, Machiavelli, Ariosto, Petrarca e Boccaccio nel campo letterario.
Fu un lungo periodo d'oro per il nostro Paese di cui ancora godiamo le opere dei grandi artisti e letterati di quell'epoca.
E la nostra Italia di oggi?
Sarei impietoso se mi abbandonassi e vedere tutto nero. 
Ancora abbiamo grandi letterati, scienziati che hanno dato prova di se anche in questo terribile momento di pandemia (parlo ovviamente di scienziati seri non di nani e ballerine da show televisivi che un giorno affermano una cosa ed il giorno dopo smentiscono se stessi), uomini e donne che si spendono per gli altri senza nulla richiedere in cambio.
Ciò che invece manca, ed è sempre più evidente, è una classe dirigente politica e non capace di salvaguardare il presente e costruire il futuro.
L'Italia dopo i disastri generati e conseguenti alla cosiddetta stagione di mani pulite (qualcuna però risultata poi non linda) che falcidiarono una intera classe dirigente, è seguito il leaderismo cioè partiti personali costruiti attorno ad uomini che forti di posizioni economiche consolidate hanno mandato in parlamento, accanto a pochissimi capaci, i propri barbieri, calzolai, subrettine e personali sollazzatrici di letto, subito dopo di male in peggio. 
Sulla scena politica i popolarismi ed i sovranismi che hanno riempito il Parlamento di debuttanti allo sbaraglio elevando ai seggi ministeriali venditori di bibite, disk jockey, animatori di villaggi turistici, donne da taverne e gente da basto da bastone e da galera come avrebbe detto il sommo Dante.
Insomma siamo in pieno oscurantismo e l'Italia, culla dell'Umanesimo e del Rinascimento, è lontana mille e mille secoli dal quel periodo.
Dobbiamo rassegnarci?
Assolutamente no! Anzi dobbiamo ribellarci allo status quo.


È il tempo della rinascita, è il tempo che gli italiani prendano coscienza di aver bisogno di una classe dirigente che sia tale, capace di tirarci fuori dall'abisso nel quale precipitiamo ogni giorno di più e che programmi la ripresa e la ricostruzione avendo come punto di riferimento la persona attorno cui riedificare ogni cosa.
L'umanità al centro intorno a cui far ruotare una società liberale e democratica che fondi il futuro e lo stesso presente sull'uomo e non sul bieco interesse di pochi a danno dei molti.
Una società libera non massificata, una società che abbia un animo nobile che non abiuri al profitto ma non a danno e scapito dei più deboli.
Una società che metta tutti, nessuno escluso, in condizione di migliorare e di promuoversi ma che nel contempo premi la meritocrazia senza far mancare ad ognuno il soddisfacimento dei beni primari.
Dobbiamo insomma impegnarci per un Nuovo Umanesimo Rinascimentale!


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