NORD e SUD: ORA BASTA!
di Pietro Funaro
NAPOLI
- Con quello attuale sono 159 anni che il Regno delle Due Sicilie è stato
invaso dai Piemontesi, con la complicità di Francia ed Inghilterra, e con
l’aiuto di una banda di vari galeotti e delinquenti liberati all’uopo
dalle galere nordiste capeggiati da un bandito-avventuriero scappato dalle
Americhe, perché ricercato per reati vari, tale Giuseppe Garibaldi da Caprera, e
annesso al Nord della Penisola creando il Regno d’Italia.
Sull’argomento,
dopo decenni di colpevole silenzio, finalmente, grazie a storici liberi da
lacci e lacciuoli, la verità è venuta a galla ed ha cancellato le bagattelle
che ci hanno propinato nelle aule scolastiche sulla unità d’Italia che volevano
coprire gli eccidi ed i delitti compiuti a danno del popolo meridionale per
sottometterlo agli eredi dei barbari Galli.
Potrei
scrivere capitoli e capitoli sui delinquenti che ordirono la trama da Cavour a
Cialdini, da Vittorio Emanuele II a Napoleone di Francia, per finire a Henry
Jhon Temple primo ministro inglese.
Ma
non è questo l’obiettivo di questo articolo.
Tutto
quanto fin qui scritto mi è tornato in mente per le dichiarazioni più volte
ripetute in questi giorni da ahimè colleghi giornalisti e politicanti sulla
presunta superiorità dei cittadini del nord Italia rispetto a quelli del
Sud.
Non
citerò i nomi di questi cialtroni, perché sarei preda di conati di vomito.
Senza
fare ricorso alla storia ed alla cultura millenaria del Meridione d’Italia rispetto
alle barbare terre del nord vorrei, invece, offrire qualche riflessione a
coloro che mi leggeranno.
Rapinata
la ricchezza del Regno delle Due Sicilie nel 1861, su quelle risorse il
Piemonte, che aveva un bilancio annuale di circa 30 milioni contro i 400 del
Regno Borbonico, cominciò a costruire la sua industria specie quella tessile
avendo rubato e trasportato al nord i telai delle terre meridionali.
I
governanti del Regno d’Italia, ovviamente nordisti, detenevano i gangli del
potere ed hanno nei decenni successivi promosso politiche ed interventi
strutturali tutte a favore del nord del Paese.
Evito
di citare leggi e riferire fatti di cui si è già parlato a lungo nei anni
trascorsi.
Nulla
è cambiato neanche con l’avvento della Repubblica nel 1946, la predominanza di
esponenti politici e di governo settentrionali ha perpetuato tali politiche
relegando sempre più il Sud del Paese in una condizione subalterna e di
miseria.
Pochi
gli uomini meridionali di elevata statura politica che hanno tentato di
cambiare questa realtà riuscendoci, purtroppo, solo in minima parte.
Dunque
tutto è perduto?
Assolutamente
no! Ora basta!
Ai
feltrini per le sedie, ai porri escrescenze della pelle, alle lamette per la
barba gillette, ai coturnati barbari patani, diciamo con fermezza che la misura
è colma, che siete voi gli incivili, che non avete storia, che ci avete
depredato delle nostre ataviche ricchezze ma che mai potrete attentare alle
nostre libertà, alla nostra cultura, alla nostra scienza dimostrata essere
superiore anche in queste drammatiche ore della pandemia, a ciò che siamo stati
e siamo tuttora in tutto il mondo ancor oggi, ai valori che rappresentiamo.
Attenti
perché la misura ormai è colma.
Caro Pietro, precisa, giusta e saggia la ricostruzione storica, ma purtroppo la storia la scrivono i vincitori e senza contraddittorio, paghiamo ancora oggi scotto di quello che è stato. Fortuna che abbiamo nella nostra società persone che come te scolpiscono i tempi attraverso l'uso nobile del saper riscrivere ricostruire le storie la storia con i valori nobili che ti appartengono. Grazie Giulio.
RispondiElimina