Si
sapis, sis apis. La signorina Fulvia Flip
Bona Flop.
Napoli: Dopo
il fantasmagorico Prologo, addentiamoci
nei meandri delle vicende che, sonnacchiosamente, si susseguono nel regno di Arpacchia.
Sotto
l’incantesimo promulgato dalla nefasta Maga che dimora a Santa Lucia, le truppe
caramellate di Arpacchia giacevano costantemente con Morfeo, in una sorta di
ubriacamento letargico perenne.
L’unico
baluardo del pollaio, così amorevolmente gradito al grottesco Lord Will, costantemente
attaccato allo scoglio del presenzialismo sfrenato delle giostre
convegnistiche.
Al
grido di:” L’essenziale è invisibile…allocchi! W W l’apparenza”.
Sarà
proprio l’abile uso del Flip e del Flop, a portare fama, successo, prestigio e
ricchezza.
In
fondo come disse il vero principe: “La serva serve, soprattutto se è bona,
serve, eccome.”
Secondo
la vulgata, la dolce pulzella Flip Flop si narra fosse una figura mitologica
con la testa a forma di preparato farmaceutico glicerinico oblungo e il corpo
in costante atteggiamento reverenzial/prostrato, ovvero ovina attesa implorante.
Suo
padre, la inquadra subito e decide di disfarsene, scaraventandola nel
ventre di una balena bianca che stanziava nell’idroscalo di Salerno. La balena,
che non era scema, la risputò subito. Così il povero padre fu costretto a
riportarsi indietro quel fagottino pieno di alghe e gamberetti asfittici. Sulla
strada del ritorno, la mollò davanti al portone del convento di Santa Lucia.
L’esipodio
si chiude con un amletico dubbio.
Ma, la
Fulvia Bona è ineffabile o nefanda? Che non ci siano figure geometriche adatte
per illustrare a Lor signori del pubblico la sua capacità di inclinazione di
fronte ai desiderata di Capitan de’ Gran
Fracassa si spiega solo con una volontà perversa di non vederli, cecità che
supera addirittura quella dell’altro ineffabile - nefando Lord Will Sorvainus.
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