venerdì 27 settembre 2013

Finisce alla disciplinare del Csm il caso del procuratore Mancuso

Verrà esaminata la vicenda che riguarda pressioni sulla nomina del magistrato napoletano alla Procura del Centro direzionale
Finisce all'esame della sezione disciplinare del Csm la vicenda che, lo scorso anno, vide coinvolto il procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso. La Procura generale della Cassazione, titolare dell'azione disciplinare, ha infatti inviato al 'tribunale delle toghe' l'incolpazione nei confronti del magistrato, accusato di aver violato "i doveri di correttezza e di riserbo", usando "la propria qualità di procuratore della Repubblica di Nola", candidato all'incarico direttivo di procuratore capo di Napoli, "per conseguire - si legge nell'atto di incolpazione - un vantaggio ingiusto e per condizionare l'esercizio delle funzioni concernenti il conferimento degli incarichi direttivi che la Costituzione attribuisce al Consiglio superiore della magistratura". 

Mancuso, secondo la Procura generale della Suprema Corte, "avvalendosi dell'autorità del proprio ruolo, in più occasioni sollecitava telefonicamente il colonnello dei carabinieri Giuseppe De Donno a richiedere al generale dei carabinieri Mario Mori di attivarsi presso l'onorevole Maurizio Gasparri, affinchè questi a sua volta - si legge nell'atto di incolpazione - si attivasse per influenzare il componente laico del Csm, Annibale Marini, ad esprimere in plenum il proprio voto in favore della nomina dello stesso Mancuso a procuratore della Repubblica di Napoli".

Con questa condotta, definita dal pg di Cassazione "gravemente lesiva del prestigio della magistratura e dello stesso organo di autogoverno", Mancuso "mirava a conseguire 

l'ingiusto vantaggio di sottrarsi alla valutazione imparziale ed indipendente da parte del Csm circa la scelta del candidato più idoneo, tra quelli concorrenti - scrive la Procura generale della Cassazione - a ricoprire l'incarico direttivo messo a concorso, sbilanciando a proprio favore, attraverso le pressioni di natura politica fatte esercitare su uno dei consiglieri, la scelta dell'organo di autogoverno della magistratura e tentando di ottenere così l'incarico di procuratore della Repubblica di Napoli".

Il 'processo' disciplinare a Mancuso si aprirà il 15 ottobre prossimo davanti al 'tribunale delle toghe'. La vicenda, avvenuta nel maggio 2012, si concluse con il ritiro della candidatura del magistrato per la poltrona di capo della Procura napoletana, incarico che venne affidato dal Csm a Giovanni Colangelo. 

Le pressioni che Mancuso avrebbe esercitato per ottenere quella nomina finirono anche all'attenzione della prima Commissione del Csm, con l'apertura di un fascicolo, poi archiviato risultando già informati dei fatti il Guardasigilli (Paola Severino aveva incaricato l'Ispettorato di via Arenula per accertamenti) e il pg di Cassazione, titolari dell'azione disciplinare. 

Gli atti sul 'caso Mancuso' sono stati anche trasmessi alla quarta e quinta Commissione di palazzo dei Marescialli, competenti sulle valutazioni di professionalità e sugli incarichi direttivi.

(26 settembre 2013)

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